UN MONDO DIVERSO

La svolta strategica passa dal passaggio radicale ad un modello di sostenibilità nella comunità e nei territori. Lo abbiamo illustrato in maniera molto chiara nelle interviste uscite di recente per le quali ringraziamo Carlo Ghiglietti di Zeroenvironment (https://lnkd.in/daTUcXp), Antonio Lazzari di Strategie sociali (https://www.strategiesociali.it/imprese-e-territorio-modelli-sostenibilita/) e Andrea Ballocchi di Wise Society (https://wisesociety.it/incontri/societa-benefit-intervista-sara-cirone/), la strada verso il futuro per imprese e territorio può e deve passare solo attraverso modelli di produzione e organizzazione sostenibili.

Il difficile ricambio generazionale in atto in moltissime aziende, le crisi internazionali che da tempo hanno messo in difficoltà il Made in Italy e, da ultimo, la pandemia da Covid-19 stanno rendendo questo periodo altamente critico per il nostro Paese.

Come uscirne?

Occorre costruire le condizioni affinché sinergicamente imprese e territorio possano creare e portare avanti nuovi modelli di sostenibilità ambientale e sociale. È questa la nuova frontiera in grado di creare opportunità di crescita per la nostra economia e la nostra società: è conveniente per i conti aziendali e proficuo per il benessere del territorio in cui le imprese operano.

Il territorio, infatti, è elemento costitutivo della vita delle imprese e, se la classe dirigente e gli operatori economici saranno in grado di comprendere che attraverso la restituzione al territorio ci potrebbe essere una nuova rigenerazione della società, una maggiore coesione, un maggior benessere e, dunque, maggiore resilienza davanti alle difficoltà,potremmo finalmente uscire dallo stallo e diventare leader di un nuovo modello economico.

Come fare?

L’impegno richiesto è quello di un lavoro di concerto tra imprese, che devono lavorare sulla propria capacità di pianificazione strategica nel medio e lungo periodo, e pubbliche amministrazioni ed enti non profit, vero fulcro del rapporto con le comunità e punto determinante nel raccordo tra mondo economico e società. Il tutto alla luce degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, che non è una mera lista di regole o principi astratti, ma può costituire, se ben integrata nella pianificazione, una guida per la creazione di nuove opportunità di sviluppo e quindi di miglioramento sia per le imprese che per le Pubbliche Amministrazioni, con evidenti e importanti ricadute positive per la comunità locale. Lo ha ben compreso il Comune di Sasso Marconi (BO) col la sua attenzione all’ambiente e alle associazioni locali nonché alla partecipazione.

Primo comune in Italia e in Europa a redigere un report di rendicontazione non finanziaria come il Report Integrato da affiancare come strumento al DUP comunale ( Documento unico di programmazione) e che, per il secondo anno consecutivo, lo ripresenterà a breve alla sua cittadinanza. Uno strumento principe per misurare, valutare, programmare e partecipare la creazione di valore che l’Ente è in grado di riversare sul territorio e tutti gli stakeholder. Ma altri esempi altrettanto lungimiranti e virtuosi stanno venendo avanti.

La rivoluzione sostenibile, un bene per tutti

Dunque è una visione strategica e una pianificazione integrata tra i vari aspetti che viene adottata da un numero sempre maggiore di imprese che desiderano misurare non solo i propri impatti finanziari, ma il valore derivante dai capitali tangibili e intangibili.

Oggi sono molte le imprese che stanno intraprendendo questo cammino di transizione alla sostenibilità ambientale e sociale con modelli di produzione green e nuovi modelli di lavoro. Perché essere sostenibili non solo contribuisce all’aumento della propria reputazione, ma conviene anche in termini economici e di produttività.

È una questione culturale: creare valore condiviso e redistribuire benessere.

Una rivoluzione, una trasformazione, una conversione possibile per ogni tipo di organizzazione: dalla piccola, alla media, alla grande, all’ente pubblico e all’ente non profit. Perché in ogni organizzazione c’è valore intangibile da riconoscere e connettere. 

Le Società Benefit

Una rivoluzione che trova il proprio apice nella forma societaria Benefit, uno status giuridico introdotto in Italia dalla Legge di Stabilità 2016 e che oggi conta 500 aziende in costante crescita anno dopo anno. Si tratta di società profit che in Camera di Commercio aggiungono alla loro denominazione la caratteristica di Benefit, ovvero inseriscono nel proprio statuto uno o più obiettivi di beneficio comune che intendono perseguire per il territorio, per la società e per l’ambiente e che va rendicontato ogni anno. Diverse new-co si qualificano già alla loro costituzione come SB, altre aziende, già sul mercato da tempo, hanno optato per una loro trasformazione.

È una vera e propria nuova visione d’impresa e di territorio, antropologica e culturale, che va a rispondere a bisogni fondamentali della persona. Per tali motivi, questo tipo di aziende registrano performance aziendali al di sopra della media poiché chi ne fa parte si sente così coinvolto nella costruzione di un mondo diverso, migliore per sé, per le persone a cui vuol bene, per la comunità in cui è inserito e per le generazioni future.

Perché è questa la sfida a cui ci troviamo difronte: che l’economia non sia più fine e sé stessa, ma sia veicolo per la costruzione di una nuova evoluzione.

SARA CIRONE GROUP SRL SOCIETÀ BENEFIT

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