Inaugurato il Roadshow “Per il Bene comune”: un contributo reale per la sostenibilità dei territori italiani
“Serve una conversione culturale e l’applicazione del pensiero integrato a tutti i livelli”. Con questo auspicio si è chiuso l’incontro inaugurale del roadshow “Per il Bene Comune. Come generare processi sostenibili per il territorio emiliano romagnolo” che si è tenuto a Faenza martedì 29 ottobre alle ore 18 presso la sala De Giovanni del Municipio. Una serie di incontri organizzati da Sara Cirone Group in collaborazione con la Federazione dei Settimanali diocesani emiliano-romagnoli, che mira a dare una risposta concreta per poter generare processi sostenibili nel nostro territorio. Quella di Faenza è la prima di sette tappe che toccheranno Imola (20 novembre), Ravenna (5 dicembre), Forlì (16 gennaio), Rimini, Cesena ed infine Bologna, dove ci sarà una restituzione dell’incontro The economy of Francesco che si terrà ad Assisi il 26-28 marzo 2020.
Al tavolo dei relatori, si sono succeduti Don Otello Galassi, incaricato regionale per la pastorale sociale e del lavoro, Giovanni Malpezzi, presidente dell’Unione della Romagna Faentina e sindaco di Faenza, Mirella Paglierani, presidente della cooperativa Gemos e Sara Cirone, fondatrice della società Benefit Sara Cirone Group. Giulio Donati, Direttore de Il Piccolo ha moderato l’incontro.
Dalla Laudato sì una visione profetica
Un cambiamento di modello, dunque, è ciò che è emerso dagli interventi di tutti gli oratori. Punto di partenza l’enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”, la cui novità, così come sottolineato da don Otello Galassi, sta nell’evidenziare come la violenza nei confronti della natura sia determinata dalla prepotenza nei rapporti umani. Solo comprendendo il perché di questa violenza sarà possibile avere un rapporto giusto con la natura. Il modello economico, politico, sociale basato sull’accumulo, che tratta la natura come una cava, è arrivato a un punto morto, non ha futuro. La specie umana deve prendere coscienza di questo. Occorre cambiare strada. Questa enciclica ci fornisce una visione profetica poiché analizza e giudica il tempo presente e quindi prevede cosa succederà.
L’uomo custode del creato
Il mondo è stato creato perché noi uomini possiamo esserne custodi. Nella creazione Dio gioisce e il sabato nella Bibbia non è funzionale solo al riposo ma al fare festa, gioire della natura e del mondo. Dunque quello che papa Francesco ci comunica con questa enciclica è come sia possibile creare un mondo dove tutti si possa fare festa, dove nessuno sia escluso.
Una società solidale
Crescita ecologica e sociale vanno affrontate assieme per poter uscire dal paradigma che ha creato entrambe. Per parlare di sviluppo occorre far sì che si verifichi il miglioramento della vita umana, attraverso l’analisi di tutti gli aspetti che riguardano l’uomo: gli spazi, la cultura, la natura, la qualità delle relazioni sociali, ecc… Bisogna abbandonare il modello del massimo profitto perché ha ricadute gravi sull’umanità così come è importante comprendere che il lavoro è parte fondamentale dello sviluppo dell’uomo: rinunciare a investire sulle persone è un grave errore per l’umanità. Per creare occupazione è necessario favorire la diversificazione e la creatività orientandoli sui bisogni reali e sul rispetto della natura. Serve una ricerca non più trainata da consumismo e profitto ma quella necessaria per risolvere i problemi dell’umanità. Per innestare questa nuova politica serve la democrazia, il diritto, la legalità. Tutto questo è di fondamentale importanza per costruire una società solidale.
Il Bene comune come scopo dell’Amministrazione Pubblica
Temi di fondamentale importanza anche per le amministrazioni pubbliche, ha sottolineato il sindaco Giovanni Malpezzi, il cui compito passa attraverso la pianificazione dello sviluppo del territorio, degli impatti sull’ambiente, delle politiche che favoriscano la coesione sociale. Il cambiamento deve cominciare dai singoli, dagli stili di vita di ognuno, dalle nostre scelte di consumo e alimentari. Occorre, come dice papa Francesco, una soluzione integrale. È importante che le amministrazioni pubbliche siano strumento per far capire che ognuno è chiamato a prendersi cura del Bene comune.
Il modello dell’impresa cooperativa
Bene comune che è al centro dell’ideale dell’impresa cooperativa, che nasce per dare risposte concrete ai bisogni delle persone, per lo sviluppo dei territori e per l’esigenza di conciliare crescita economica ed equa distribuzione delle risorse al fine di uno sviluppo reale e che migliori la qualità della vita delle persone. Questo è quanto evidenziato da Mirella Paglierani, presidente di Gemos, il cui obiettivo è quello di creare comunità più forti salvaguardando l’ambiente per le generazioni che verranno. Per raggiungere questo scopo la valorizzazione dell’uomo è fondamentale per creare valore condiviso e consegnare il futuro ai ns figli. L’uomo ha la responsabilità di custodire la terra rispettandone le leggi. Un’organizzazione sostenibile deve essere prima di tutto responsabile: rispettare le persone e l’ambiente è il punto da cui partire. La responsabilità è consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni e decisioni. Per un’impresa è produrre pensando al benessere dei dipendenti (conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e welfare aziendale), realizzare i prodotti in maniera sostenibile, migliorare la catena di fornitura. Agire in modo sostenibile è un impegno ma è anche una scelta di valore che porta risultati positivi per l’azienda e i suoi stakeholder. Se vogliamo consegnare migliorato alle generazioni future un patrimonio ambientale siamo chiamate ad assumerci la responsabilità del nostro operato.
La creazione di valore è l’ecologia integrale
Papa Francesco dedica grande attenzione alla relazione dell’uomo con la natura, tra gli uomini e dell’uomo con sé stesso e al più ampio concetto di ecologia integrale per le comunità. San Francesco è proprio colui che ha dato un segnale importante in questa direzione dandoci un esempio su cosa significa avere tante sostanze e spogliarsi per occuparsi dell’economia dei poveri. L’economia è una scienza umanistica, si occupa dell’uomo e si deve dedicare soprattutto ai poveri. Quello del Bene comune non è un tema di un’élite, è di tutti e tutti possono partecipare alla creazione di valore. La Società Benefit, descrive Sara Cirone, è una nuova forma giuridica che mira proprio a questo: ha un beneficio comune scritto nell’oggetto sociale e deve rendicontarlo. Il beneficio comune di Sara Cirone Group è quello di creare progetti e occasioni di incontro tra l’amministrazione pubblica, i territori e la società civile (amministrazioni, non profit e imprese) per creare insieme valore e mette a disposizione modelli manageriali di impronta umanistica e di rendicontazione non finanziaria. La creazione di valore è l’ecologia integrale, la mitigazione del conflitto inter e intra generazionale.
Un segnale forte per il futuro della nostra civiltà
Il rapporto con la natura è il rapporto con sé stessi, con la comunità, continua Sara Cirone, l’uomo crea o un rapporto buono o malato con la natura sulla base della relazione con essa. Com’è possibile che povertà e degradazione sociale siano in aumento? Occorre allora per esempio parlare di quali indicatori le imprese, le PA e gli enti non profit hanno per pianificare, misurare e monitorare le loro azioni rispetto all’Agenda 2030, in questo modo si riesce a partecipare, ad entrare nel merito. Questo fa l’enciclica di papa Francesco. Aiuta tutti a entrare nel merito. Il nostro compito è quello di rendere trasparenti e codificabili i processi con cui le organizzazioni pubbliche e private creano valore per la comunità territoriale ed introdurre concretamente nella mappa strategica il concetto di posterità. In questa direzione la nostra Benefit opera tutti i giorni, e in particolare ha realizzato il primo Report Integrato di un Comune d’Italia e d’Europa che sarà presentato a Bruxelles al 3° Convegno internazionale di WICI EUROPE a Bruxelles sul tema: “Intangibles: The European State of the Art” con relatori della commissione europea e molti dei principali stakeholders del nostro continente, Accountancy Europe, manager, analisti finanziari, accademici.
Perché si realizzi quella conversione culturale necessaria per dare un futuro alla nostra civiltà.