Innovare il ruolo dell’impresa di Sara Cirone.
Il 7 dicembre a Bologna all’opificio Golinelli si sono svolte le Pre-Assise di Confindustria . Questi momenti sono di preparazione alle Assise nazionali di Confindustria che si svolgeranno a Verona il 16 Febbraio 2018.In questa occasione gli imprenditori dell’Emilia Romagna sono stati invitati a evidenziare direttamente al Presidente Vincenzo Boccia le esigenze, le suggestioni e i contributi circa lo sviluppo industriale ed economico del Paese al fine di contribuire all’Agenda Economica che Confindustria proporrà alle forze politiche.
In qualità di Vicepresidente del Gruppo Metalmeccanica di Confindustria Romagna sono intervenuta esponendo il mio pensiero sul ruolo dell’impresa.
Il nuovo ruolo dell’impresa e dei suoi cittadini
La crisi ha trascinato con sé le certezze su cui il sistema economico si fondava. Ha cambiato il ruolo dell’impresa e il ruolo dell’imprenditore. Li ha cambiati in un modo irreversibile, soprattutto ha diffuso una nuova consapevolezza. La crisi ha fatto intravedere come la vita dell’impresa fosse inscindibilmente e necessariamente legata al suo contesto. Lo scenario in cui ogni impresa opera è ormai molto più ampio di quello a cui fa riferimento il suo business. L’impatto sull’ambiente, il rapporto con la comunità, i sistemi di welfare per compensare la riduzione dell’intervento pubblico e l’attenzione alle difficoltà delle persone sono tutti nuovi temi verso cui rivolgere una nuova attenzione. Nuovi temi verso cui confrontarsi per il loro valore condiviso e imprescindibile. Oggi l’imprenditore è coinvolto sul ruolo degli stakeholders e sui progetti concreti per le comunità, sui valori come integrità, responsabilità e legalità.
Oggi l’impresa è quanto mai comunità operante di uomini per gli uomini, di cittadini per il Paese.
Un nuovo modello di sviluppo
Ci troviamo oggi ad affrontare uno scenario diverso dove semplicemente il sistema ha smesso di funzionare. Su 7 miliardi di persone 5 vivono in condizioni di povertà, la ricchezza è concentrata in pochissime mani, la classe media si è ristretta ed impoverita, la ripresa economica difficile perché i consumi non ripartono o comunque partono con lentezza. Ormai è una consapevolezza diffusa la constatazione che indietro non si possa tornare: il boom economico è definitivamente un capitolo chiuso. Occorre allora smettere di rimpiangere nostalgicamente il passato e cominciare a ragionare su un modello di sviluppo diverso. Non si possono ottenere risultati diversi facendo sempre le stesse cose!
Ecco perché i temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica diventano strategici all’interno delle politiche industriali del nostro paese.
L’innovazione sociale dunque come fattore strategico che porta alla condivisione di valori che oggi rappresentano le fonti della competitività italiana.
Le imprese sono fatte di cittadini, le imprese sono comunità operanti per costruire prodotti e servizi per la qualità della vita dell’uomo.
Creare valore sociale
Partendo da questo assunto dobbiamo pensare al nuovo ruolo dell’impresa e di Confindustria come una grande opportunità di partecipare al dialogo di tutta la comunità, di tutto il paese.
Quello che crediamo è che l’approccio sostenibile ai territori e alle loro imprese possa farci percorrere la strada di un nuovo paradigma economico per scongiurare la disgregazione sociale e rilanciare la competitività italiana. Bisogna che le imprese promuovano la creazione di valore sociale perché il mercato, le persone, la comunità, l’ambiente e le generazioni future lo richiedono con forza.
Occorre avviare e rafforzare una nuova cultura dell’impresa: innovativa, sostenibile e interconnessa. Occorre un nuovo ruolo per l’impresa. Questo che abbiamo in mente: uno sviluppo possibile.