Sembra quasi di sentirlo nelle orecchie, Vasco Rossi, cantare “Domenica lunatica” in questa giornata… e come altro si potrebbe definire la giornata di oggi? “Così complicata…”
Un altro giro di vite, o di chiave, chiamiamolo come vogliamo, ci arriva dal Governo che con il nuovo DPCM aumenta le restrizioni colpendo interi settori che già in questi mesi hanno sofferto e investito per poter mandare avanti con difficoltà le loro attività.
Sull’orlo di una guerra civile?
Un problema non da poco, che va ad incrementare la tensione sociale e ad inasprire quello scontro tra due fazioni che in questo periodo si è inevitabilmente manifestato: da una parte coloro che credono all’avanzata devastante della pandemia e sono per la linea dura del “chiudiamo tutto e subito” e coloro che tendono a smorzarne la portata e sono per salvaguardare prima di tutto il sistema economico e sociale. Lo spettro di una “guerra civile”, sia essa relazionale, sociale o fisica, come ci testimoniano le immagini di Napoli e Roma di questi giorni, si profila all’orizzonte, risvegliata ed innescata anche e soprattutto dalle diseguaglianze che il momento che stiamo vivendo sta acuendo e che nei mesi a venire rischiano di raggiungere livelli altissimi.
C’è sempre più intolleranza, si inaspriscono gli scontri e il nervosismo tra le persone, tra le categorie economiche e sociali e il Governo, tra il Governo e le Regioni, insomma… il clima è pesante, la tensione si fa sempre più palpabile e stiamo sfociando in una “guerra orizzontale” pericolosa per tutti e che sicuramente non può portare buoni risultati.
Agire con moderazione
Come sempre la giusta misura sta nel mezzo. È fuori discussione che i numeri della curva dei contagi sia in aumento, che il Covid c’è è un dato di fatto e che seguire norme e raccomandazioni per la prevenzione del contagio sia più che giusto. In questi mesi sono stati adottati protocolli di sanificazione, regole stringenti sul distanziamento fisico, sulle buone pratiche igienico-sanitarie e sull’uso dei DPI. Bar, ristoranti, teatri, palestre, piscine, operatori congressuali, insomma, tutte le categorie chiamate ad una responsabilizzazione si sono adeguate per garantire la continuità del proprio lavoro, salvaguardando al contempo la salute pubblica. Ora si vedono vanificare molti degli sforzi fatti. Lasciamo al lettore il giudizio di opportunità sulle nuove misure, non è lo scopo del nostro scrivere di oggi. Quello che è certo è che molti oggi sono scoraggiati, sentendosi infliggere un duro colpo al proprio lavoro, che spesso è anche la passione e la missione di una vita.
Trasformare la criticità in opportunità
Quello che desideriamo comunicare oggi è di non arrendersi, di non cedere al clima di sconforto, a coloro che ci vogliono gli uni contro gli altri ma di trasformare questo momento critico, durissimo in un’opportunità. Non dobbiamo cedere al conflitto generazionale, sociale, ma dobbiamo metterci insieme, fare rete, fare in modo che tutti gli uomini e le donne di buona volontà dialoghino e costruiscano, facciano comunità.
È solo incentivando un sistema partecipativo tra privati, tra privato e pubblico, tra profit e non-profit, che potremo salvarci e uscire dalla palude in cui sembriamo sprofondare in questo momento.
Fare rete
Attiviamoci, cerchiamoci, mettiamoci insieme attraverso quei mezzi di comunicazione che oggi la tecnologia ci mette a disposizione, per ricostruire i nostri territori, ridare speranza alle nostre comunità. Bisogna lavorare già da ora. Cogliere il momento per aprire questi spazi di riflessione e confronto che possono essere il trampolino di lancio per un futuro che non sia il baratro della sfiducia e della depressione economica e sociale, ma slancio verso un nuovo sistema, un nuovo modello più “a misura d’uomo”e che contribuisca ad una rinascita dei territori italiani.
Hub del territorio
Ne è un esempio l’Hub del territorio, una realtà associativa che sta nascendo in varie regioni d’Italia con l’obiettivo di contribuire alla rigenerazione economica dei territori e al rilancio di politiche sociali ed ambientali attraverso innovazione e sviluppo sostenibile, secondo un nuovo paradigma economico. Quello che desideriamo fare insieme agli amici che stanno aderendo è dare il nostro contributo per generare senso, benessere e ricchezza economica duratura per tutta la comunità attraverso azioni di tipo imprenditoriale, organizzativo e di pianificazione strategica di territorio.
Restare insieme
Riteniamo che sia proprio questa la strada giusta. Non lo scontro tra posizioni estreme, ma il dialogo tra le persone di buon senso, qualsiasi siano le opinioni, in una dimensione di reciproco ascolto per cercare le soluzioni migliori per la ripartenza di tutti. Non dimentichiamo il principio del bene comune come fine ultimo. Sarà la nostra guida e non ci farà perdere la bussola. Ai nostri governanti rivolgiamo questo appello e cerchiamo il dialogo. Sono come noi anche se non lo sanno. Bisogna agire nella dimensione di tutto ciò che possiamo e farlo subito. Dunque in alto i cuori!