Nell’articolo precedente abbiamo visto come il Patrimonio Territoriale e cioè l’insieme dei Beni storici, naturali, culturali, relazionali e dei Beni e servizi economici e per la comunità, possano essere il punto di partenza per poter creare innovazione sociale, nuova imprenditoria e una rivisitazione della nostra economia in chiave evolutiva.
Ora facciamo un ulteriore passo: come fare per creare valore partendo da questo Patrimonio di cui il nostro Paese è così ricco?
Occorre innanzitutto valorizzare le unicità e le specificità dei singoli territori. È dunque imprescindibile lavorare partendo dalle singole comunità di riferimento che esprimono ognuna un proprio capitale in termini di monumenti, siti archeologici, paesaggio naturale, tradizioni, enogastronomia, artigianato, enti e associazioni pubbliche e private e rete economica.
Per creare connessione tra questo patrimonio e la comunità di riferimento, creando quel valore capace di riversarsi sull’intera società, determinando benessere diffuso e una migliore condizione di vita, è necessario passare attraverso tre punti indispensabili: 1) approccio manageriale, 2) visione, 3) ecologia integrale.
L’approccio manageriale
Le imprese piccole o grandi che siano, gli enti o le pubbliche amministrazioni che volessero implementare nuovi progetti o nuovi metodi di sviluppo della propria attività devono innanzitutto cominciare a pensare in modo strategico ed integrato (integrated thinking). Una tipologia di competenza capace di mettere in relazione i vari aspetti tangibili ed intangibili della propria opera che permette una visione d’insieme oltre che dell’esistente anche degli obiettivi e delle strategie future e che trova nell’Integrated Reporting uno strumento pratico di gestione e di rappresentazione sistemica.
Attraverso questo tipo di approccio, infatti, è possibile attuare una pianificazione strategica omnicomprensiva e precisa che consenta di studiare a fondo budget, monitoraggi e controllo di Gestione. Applicare questo metodo di lavoro serio e puntuale anche ai progetti sui nostri territori, non dando semplicemente per scontato il loro valore che spesso rischia di passare “sottotraccia” o comunque non viene pienamente comunicato in maniera completa e diffusa, permetterebbe una piena condivisione con la comunità territoriale, un maggiore coinvolgimento e una migliore coesione sociale.
Visione
Mai come ora il messaggio che ci viene dalla realtà è forte e chiaro: è il momento di modificare il nostro sviluppo economico rendendolo sostenibile! Servono comportamenti e interconnessioni tra i vari soggetti che siano virtuosi nei confronti delle persone, della comunità e dell’ambiente. Per poter far sì che ci possa essere un futuro buono e di benessere per noi e per i nostri figli è fondamentale che imprese, enti, associazioni, pubbliche amministrazioni integrino nelle proprie strategie gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
Puntando su innovazione e sostenibilità, all’interno di un sistema capace di creare valore condiviso per tutti, potremmo avere una rigenerazione dell’economia e dei territori e una prospettiva di lungo periodo per le attività in esso operanti grazie anche alla valutazione e misurazione degli intangibili, a politiche di benessere nei confronti dei dipendenti, alla fidelizzazione della comunità tutta e al rafforzamento del brand.
Così come un contributo importante alla conciliazione tra economia, società, comunità e ambiente può venire dalle società Benefit, la cui ragion d’essere sta proprio nell’avere un obiettivo statutario di Bene Comune, una ricaduta positiva sulla società, che si può tradurre anche in un vantaggio competitivo di non poco conto per le imprese stesse, proprio perché costituiscono un modello di avanguardia rispetto alle tematiche della Sostenibilità.
Occorre, quindi, necessariamente cambiare lo sguardo sulle cose e passare da una concezione economica che vede la competizione tra i soggetti ad un sistema collaborativo, di solidarietà e di sostenibilità. Solamente se saremo capaci di abbandonare la cultura dello scarto, di abbracciare un’economia a misura di uomo votata al Bene Comune e alla creazione di valore di lungo periodo così come auspicato nel “Manifesto di Assisi” di cui anche Sara Cirone Group società Benefit è firmataria, potremo auspicare un futuro migliore, anche partendo dalle macerie economiche e sociali che la crisi del Coronavirus lascerà dietro di sé.
L’ecologia integrale
È, infatti, quel modello di conversione ecologica che si auspica per garantire il futuro del nostro pianeta e della nostra civiltà. La crisi in atto può essere vista come una grande occasione di cambiamento, per dirigerci in modo deciso e a passo svelto verso quel modello di “ecologia integrale” di cui parla l’Enciclica Laudato Sí, un nuovo orizzonte di pensiero ecosistemico che può aiutarci ad affrontare il futuro non come gregari di altri Paesi ma come leader dell’economia Green e di inclusione.
La nostra tradizione culturale, paesaggistica, le radici in cui affonda il nostro sistema di valori sociali ed economici e dunque, i nostri capitali territoriali, rappresentano un vantaggio competitivo che dobbiamo essere bravi a valorizzare. Solamente così potremo far rinascere a vita nuova i nostri territori, secondo quella cura della casa comune che passa sia attraverso la tutela dell’ambiente e delle risorse sia attraverso l’investimento sulle persone, in una visione dell’economia che metta al centro l’umanità, in modo da superare le diseguaglianze e da diffondere la vera innovazione che passa attraverso le periferie dell’esistenza e creare benessere per tutti.
In questa direzione va Sara Cirone Group Srl Benefit, che attraverso il proprio lavoro promuove quelle soluzioni integrate che considerano l’interazione tra i sistemi naturali, sistemi economici e sociali per dare nuovo impulso alle realtà territoriali e creare valore condiviso per tutta la comunità.
Lavorare per la comunità, nuova imprenditoria e un nuova visione del rapporto uomo-natura: solo questo può garantire il futuro del pianeta e della nostra civiltà.