Cibo buono
La capacità dell’uomo di trasformare i suoi bisogni fondamentali in pratiche culturali è alla base della costruzione della civiltà. Il bisogno alla base di tutti i bisogni è la nutrizione, che rende l’uomo affine a tutti i viventi. Ma per l’uomo il cibo è divenuto cultura. Così, possiamo dire che il cibo buono è quello che non solo sazia, ma che produce in noi gli effetti del benessere: ci fa stare in armonia con noi stessi, con gli altri e con l’ecologia globale. Perché è impossibile pensarci isolati: siamo elementi in di un sistema complesso e siamo uniti in connessione reciproca.
Le persone
Crediamo che il benessere sia un valore condiviso che riguarda tutte le persone e che includa la comunità dove ha luogo l’incontro tra le persone. Vogliamo pensare all’azienda come lo spazio condiviso dove il benessere sia tradotto in pratiche concrete per tutti. Sappiamo che la remunerazione materiale, infatti, deve trovare il suo completamento nella remunerazione immateriale: vivibilità, qualità, coesione, dignità e valorizzazione di ogni persona. Promuovere il benessere in azienda aderisce a questa prospettiva sostenibile.
Obiettivi condivisi
Proprio questo ci riporta in sintonia con i 17 obiettivi dell’Agenda Globale per lo Sviluppo di Sviluppo Sostenibile approvati nel 2015 dalle Nazione Unite che prevede le azioni da attuare in pratica entro il 2030. La nostra iniziativa di benessere in azienda aderisce alla finalità di porre fine alla fame e migliorare la nutrizione attraverso un’agricoltura sostenibile (produzione sostenibile) per la salute e il benessere di tutti (consumo sostenibile). La formazione su questi temi è fondamentale: provvediamo a fornire un’educazione e apprendimento inclusivi e di qualità per tutti (gli obiettivi ONU corrispondenti sono 2,3,4,12,15).
L’evento
Finalità dell’evento è declinare il concetto di benessere legato al cibo seguendo la sua natura molteplice.
Il benessere come salute e sicurezza è il tema trattato dal medico nutrizionista dott. Roberto Cipriani. Perché una dieta di qualità ci consente benessere che si riflette anche nel nostro modo di stare bene sul luogo di lavoro.
Il benessere come armonia tra i viventi nella prospettiva di un’economia sostenibile verso tutti è al centro del film Food ReLOVution presentato, proiettato e discusso dal regista Thomas Torelli.
Il benessere come integrazione nell’azienda della cultura locale e come promozione della sostenibilità dei prodotti agroalimentari del territorio è possibile con la presentazione da parte di Lea Gardi dei prodotti tipici locali e dell’Associazione Il Lavoro dei Contadini.
Il benessere attraverso la coniugazione delle azioni strategiche per la competitività del proprio territorio di imprese, amministrazioni pubbliche e cittadini è il racconto del Sindaco di Brisighella Davide Missiroli.
Benessere e responsabilità
Oggi il benessere entra in azienda perché è un concetto olistico, che include noi e gli altri. Essere consapevoli ci fa stare bene con noi stessi e con gli altri quando collaboriamo insieme al benessere della nostra azienda. Il benessere dipende allora dal nostro agire e ogni nostra azione ha una conseguenza: per questo parliamo di consapevolezza. Anche la scelta di cosa mangiamo è una questione di responsabilità.
Sappiamo bene che anche la responsabilità – come il benessere – sia un concetto olistico: stiamo bene solo se la nostra responsabilità consente di stare bene anche agli altri, all’ambiente, alle altre creature, ora e nel futuro.
La nostra alimentazione è incentrata sul consumo di carne e non ci consente di provvedere a un benessere generalizzato: ha origine nell’industria dell’allevamento e della trasformazione e la ricerca del profitto – gli scienziati lo affermano – sta oltrepassando i confini della sostenibilità arrivando paradossalmente a tradire anche la sua finalità primaria del profitto. Noi siamo responsabili con le nostre scelte alimentari dell’inefficienza e degli effetti negativi del sistema economico e ambientale.
La rivoluzione positiva
Qual è la soluzione? Occorre cambiare. Bisogna cambiare i nostri comportamenti per ritornare a un concetto olistico di benessere per tutti. Occorre, come spiega Torelli, una rivoluzione positiva che ci porti a mangiare bene in armonia con noi e con l’ecosistema. Una rivoluzione che parte dalla micro dimensione: parte da noi stessi.
Noi come persone possiamo aspirare ad essere responsabili. La scelta giusta è quella che spetta a ognuno nella consapevolezza di cosa può fare la propria responsabilità. Impegno sul territorio, recupero dell’identità locale e del vivere in comunità, sinergie e collaborazioni virtuose tra istituzioni che trovano come valore condiviso l’innovazione compiuta entro la cornice di un sistema che può, con ognuno di noi, diventare sostenibile.
Perché tutto si evolve e tutto cambia. Allora possiamo cambiare anche noi questo sistema negativo e in disequilibrio. Possiamo farlo solo con le nostre azioni: e le nostre azioni derivano dalla nostra consapevolezza.
Perché solo la consapevolezza ci rende la libertà di essere pienamente noi stessi e di agire in modo concreto altrettanto liberamente.