Per un management umanistico: il benessere aziendale

unnamed-7Il management umanistico è un nuovo management che guarda alle risorse. Le preserva, si indirizza ed esse, le fa crescere e non diminuire: è innovazione sociale.
Esiste così un nuovo patrimonio simbolico, culturale e umano. Comunità, territorio, cultura non sono solo parole, ma realtà tangibili che fanno parte del management come esperienza.
E dicendo questo anche l’azienda non è più solo il luogo della produzione, ma è un contesto, una possibilità, una vera e propria esperienza. L’azienda si configura laddove si costruiscono opportunità di vita, di crescita e di consapevolezza.
L’esercizio della responsabilità si adempie con la scelta del management: e il management può essere e fare qualcosa, non di diverso, ma fare qualcosa che abbia al centro la persona. Allora diventano possibili molte scelte per l’agire, che diventa consapevole e rivolto alla crescita di una sensibilità verso se stessi, l’ambiente, il contesto simbolico a cui ci riferiamo.
Il 9 novembre 2016 scorso la Compagnia delle Opere, sezione Emilia-Romagna, ha organizzato un pomeriggio di incontri, confronti e approfondimenti per i suoi associati del mondo delle imprese: a questo evento CDO WORKER, attraverso esempi concreti di come si possa mettere in pratica, a livello strategico d’impresa, l’innovazione sociale, ho parlato proprio di questo della scelta di adottare la sostenibilità come una prospettiva che renda possibile l’armonia tra partecipazione, ambiente, comunità, ascolto, formazione, responsabilità, impegno sociale.
Gli interventi di Giancarlo Funaioli (Presidente Volabo), Roberto Corno (CDO per il lavoro), Marco Masi (Presidente CDO Opere Educative), durante l’incontro, hanno sottolineato da diverse prospettive e punti di vista, che è importante comunicare la scelta di essere in azienda persone in un mondo di persone, e di abbracciare un management umanistico rivolto al benessere come concetto integrato e di sviluppo globale.
Lo sviluppo è una scelta e come tale deve essere agito e scelto. Da chi? Dai manager, da coloro che si trovano nella condizione di dovere dare un indirizzo alle imprese. E quali sono i valori che contano nelle scelte? Sono il bene e il benessere per la comunità e per il creato , l’attenzione alle persone, sono l’impegno e la costruzione di quelle risorse intangibili che rendono l’azienda un habitat dove la vita pulsa e chiede di essere ascoltata.
Una storia di appartenenza e di identità.
Il welfare aziendale è uno strumento di civiltà perché capace realmente di fare incontrare l’impresa e le esigenze delle persone.
L’impresa sta cambiando la sua natura diventando sempre di più una comunità di persone, che condividono gli aspetti del lavoro e soddisfano in questo modo le loro esigenze di vita. Insieme a questo, si delinea sempre più a livello sociale una richiesta di soddisfazione di particolari necessità di natura insieme sociale e economica, che con il welfare aziendale trovano una loro risposta concreta e in una prospettiva di crescita.
Un dialogo prezioso, quello di mercoledì 9 novembre scorso, che valuta le possibilità reali di cambiamento dell’impresa in favore della persona, della vita, dei valori. E che, soprattutto, apre la prospettiva al domani.

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