Un modello umanistico nella gestione d’impresa

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Nell’ambito dello sviluppo economico globale il “cambiamento”, cioè l’affermarsi di un modello economico responsabile, nella gestione d’impresa non deve essere etichettato come “possibile” ma come essenziale, urgente e cruciale. Questa evidenza è emersa nei discorsi dei relatori intervenuti presso la Camera di Commercio di Ravenna, lo scorso 23 maggio, in occasione della celebrazione della 14° Giornata dell’Economia. Il modello economico attuale ha fallito ed è evidente che debba al più presto essere sostituito da modelli antropologicamente orientati al benessere delle persone e non al loro sfruttamento. Generare energia positiva per ottenere un’economia positiva è l’obiettivo verso cui, una sensibilità di gestione d’impresa, che abbiamo chiamato “management umanistico”, ci sta indirizzando e speriamo di promuovere sul nostro territorio romagnolo e non solo. A nostro avviso sono proprio le comunità e i territori nel loro complesso ad essere i veri portatori d’interesse per una PMI italiana. La connessione con l’ambiente e la comunità alla quale un’impresa appartiene genera “energia positiva” per le persone e per la competitività dell’impresa stessa. Un’azienda non è dunque un atomo isolato che produce trascurando il contesto. Per contribuire al benessere e alla positività di un territorio occorre essere presenti come impresa nella vita della comunità e in quella delle persone. “Essere presenti” non significare però “invadere”, ma piuttosto “sostenere”, per questo motivo il sostegno delle imprese nei confronti dei lavoratori non può essere circoscritto alle ore di lavoro, ma deve coinvolgere anche gli aspetti della vita quotidiana. Questa prospettiva aiuterà il lavoratore stesso a considerare il lavoro come ambito integrato alla sua vita. Per noi non è sostenibile parlare di vita privata e vita lavorativa come ambiti separati, dev’essere piuttosto un continuum. Solamente quando si creano i presupposti per riuscire a vivere la nostra vita anche all’interno del contesto di lavoro, possiamo parlare di sostenibilità e di conseguenza avremmo aumentato la qualità della vita di tutti i soggetti coinvolti nella vita comunitaria aziendale.
IMG_6285Per questo abbiamo istituito attività e progetti che si propongono di trasmettere positività alle persone attraverso l’integrazione dell’impresa con la comunità di riferimento, ma soprattutto di integrare gli interessi dei lavoratori sul luogo di lavoro, ovvero di riportare la  vita quotidiana in azienda. Sono nati con questo intento alcuni progetti di “sviluppo culturale” come: Stafer Card, un sistema di convenzioni che coinvolge oltre 80 attività commerciali del territorio di Faenza, per facilitare gli acquisti quotidiani delle nostre 65 risorse interne che hanno direttamente indicato e selezionato le attività commerciali da loro preferite; L’Orto Stafer costruito interamente con materiali di recupero, per contribuire alla coesione dei lavoratori e alla valorizzazione della sostenibilità nel contesto aziendale. L’orto è curato completamente dai dipendenti, che si occupano tutti i giorni della sua manutenzione e cura. Il Cinema in Stafer: una proiezione periodica di pellicole di film o documentari, talvolta con le partecipazioni straordinarie dei registi stessi, per costituire un momento di formazione interna attraverso l’aggregazione e la riflessione su tematiche ambientali e sociali emergenti. Progetti in continua evoluzione che crescono assieme alle persone della comunità aziendale, perché anche in azienda noi siamo a “casa” e non solo durante queste iniziative, ma con una presenza costante in tutte le situazioni della vita di un uomo : nella difficoltà di una perdita o di una malattia, nella gioia di una nascita o di un evento felice, nel momento del bisogno come nel grido di vittoria.
IMG_6265Questi sono alcune delle attività di quello che noi intendiamo “modello umanistico d’impresa” che dovrebbero suggerire al mondo del management che l’azienda non è esterna alla comunità, ma anzi è essa stessa una comunità con le stesse esigenze di creazione e condivisione di un orizzonte sociale comune che può essere raggiunto solamente mediante la diffusione di una sensibilità volta a favorire l’integrazione della “vita” nel lavoro.
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