“La gestione dell’emergenza deve, sapientemente, saper aprire la strada a un progetto condiviso di crescita sostenibile e inclusiva, utilizzando le risorse rese disponibili anche in ambito europeo per gli indispensabili investimenti in infrastrutture, materiali e immateriali, riducendo i divari, per un Paese che torni a offrire opportunità, per un futuro dignitoso, specie alle giovani generazioni”. In questo passaggio del messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio che si è celebrata ieri, sono racchiusi il senso e la direzione che è necessario percorrere per contribuire al bene della società.
È il tempo di scommettere
La questione non è più rinviabile: se non vogliamo soccombere sotto la scure della crisi economica, sanitaria e climatica è urgente implementare nuovi modelli manageriali di impronta sostenibile e umanistica, attenti all’ambiente e agli impatti su di esso, sul territorio e sulle comunità e le persone. È il tempo di scommettere sull’unione delle forze di tutti i soggetti della società: imprese, organizzazioni profit e no-profit, Amministrazioni Pubbliche si devono connettere per portare all’interno della comunità territoriale delle buone prassi sia di imprenditoria sociale, sia di gestione del territorio.
Il valore aggiunto
D’altra parte è dimostrato che adottare un modello di business che sia sostenibile conviene, si ha un guadagno superiore e migliore e si ottiene un valore aggiunto che crea un circolo virtuoso in base al quale si ottiene anche una maggiore certezza della gestione del rischio e della creazione di valore non solo nel breve e nel medio, ma anche nel lungo periodo.
In questi termini, inoltre, le ricadute sul territorio sarebbero positive e andrebbero a creare un sistema di welfare solido ed efficiente. Per esempio, portare avanti politiche di sostenibilità con un criterio sistemico ed ecosistemico rispetto alla popolazione interna all’azienda, la quale a sua volta vive e opera nel proprio territorio, ha sicuramente un impatto positivo in termini di buona occupazione, di incoraggiamento delle filiere locali e di qualità della vita, coinvolgendo dunque in questo modo tutti gli stakeholders, compresa l’Amministrazione Pubblica.
L’affermazione dei capitali intangibili
Oggi, infatti, il tema dei capitali non finanziari, intangibili sta diventando sempre più importante e costituirà sempre di più nel prossimo futuro una leva competitiva e un elemento di selezione tra organizzazioni evolute e quindi destinate a sopravvivere e prosperare, e imprese decadenti destinate ad essere superate e a chiudere. Per questo l’investimento in sostenibilità e negli strumenti di rendicontazione non finanziaria, in particolare il Report Integrato, che per sua natura permette di monitorare, misurare e pianificare la creazione di valore anche nel lungo periodo, sarà di qui in avanti un investimento sostanziale per il bene delle singole organizzazioni. Di conseguenza, o la cultura d’impresa entra nel concetto di gestione, non solo dei capitali finanziari, ma anche dei capitali non finanziari, oppure si perderanno delle competitività fondamentali e con il rischio di uscire fuori dal mercato.
Scegliere un modello evoluto, avanzato, di attenzione al territorio, alla comunità interna ed esterna e all’ambiente, adottando la relativa rendicontazione degli intangibili, mette infatti, manager, imprenditori e amministratori nelle condizioni di capire meglio come funziona la propria organizzazione e quindi di farla funzionare in maniera più efficiente ed efficace per poi avere ricadute vantaggiose per la società, cosa che comporta un evidente aumento della reputazione.
The higher purpose
Sarà un passaggio obbligato nel prossimo futuro: seguendo l’antropologia della specie umana e l’evoluzione che l’uomo sta vivendo rispetto ad un maggior bisogno di immaterialità, di consapevolezza e di significato, non potremo esimerci dall’adottare un nuovo modello di gestione che abbia un senso, uno scopo superiore, quello che a livello internazionale viene definito purpose.
È il momento decisivo per mettere in atto quel paradigma economico che vada nella direzione di maggior dignità per le persone, riduzione delle diseguaglianze e rispetto per l’ambiente e che tenga conto di questo livello di coscienza più profondo che le persone richiedono nel momento in cui consumano o fanno le loro scelte. Si tratta di una vera e propria questione di evoluzione dell’uomo, in quanto l’economia è la scienza che si occupa della casa dell’uomo che è il territorio, la comunità e la produzione di beni. Un’impresa esiste se esiste qualcuno disposto a comprare un prodotto o un servizio e quindi non si potrà prescindere da quella richiesta di senso e di armonia uomo-ambiente che il consumatore cerca e pretende.