NUOVA PANDEMIA IN ATTO

Il 18 maggio si passa alla cosiddetta fase 2 dopo un periodo disastroso per il nostro paese e i suoi cittadini. Ma forse non tutti sanno che circola tra noi un virus ben più subdolo e dannoso del Covid-19, un essere alieno strisciante e ingannatore, capace di intaccare il nostro corpo e la nostra mente senza quasi che ce ne rendiamo conto. È un agente patogeno pandemico ma anche endemico, perché ci fa compagnia da molto tempo entrando a far parte dei nostri usi, costumi e consumi. Nonostante questo, è estremamente pericoloso e nocivo poiché provoca ogni anno milioni di vittime. È un virus che si è insinuato nelle pieghe più impensate della nostra vita e che ha a che fare con le nostre scelte quotidiane: il cibo che acquistiamo, il cellulare nuovo che compriamo, la meta delle nostre vacanze, gli abiti che indossiamo, il luogo in cui viviamo… gli esempi potrebbero essere infiniti.
Vi starete domandando… “che virus è? Qual è il suo nome?”. Presto detto: si chiama economia capitalista o capitalismo finanziario. Quel capitalismo che non crea valore per il pianeta e l’umanità ma la depaupera inesorabilmente.

Quali sono i sintomi di questa malattia?
La concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, l’idolatria del consumo e quindi la spinta delle persone a concentrare la propria attenzione su di esso, in un movimento perpetuo che non conosce sosta o festa e il cui punto di approdo è l’aumento del fenomeno delle diseguaglianze economiche e sociali, l’indebitamento da un lato, e la massimizzazione dei profitti dall’altro, la dissipazione del valore condiviso, un’economia basata sul modello della concorrenza a tutti i costi invece che sul modello del mutuo vantaggio.

Quali sono dunque gli effetti di questa terribile pandemia?
Sono sotto gli occhi di tutti, anche se spesso preferiamo far finta di nulla e voltare lo sguardo da un’altra parte:si va dagli effetti solo apparentemente più blandi  ma comunque socialmente impattanti come l’isolamento delle persone con un conseguente affievolimento e deterioramento delle relazioni sociali, la dipendenza delle persone da oggetti di consumo, una visione sempre più a breve termine degli orizzonti delle organizzazioni, il mancato rispetto delle nuove generazioni, l’indebolimento della cura dei territori; a quelli più seri, irreversibili e catastrofici come gli oltre 4 milioni di morti di povertà e fame nei soli primi 4 mesi del 2020, l’inquinamento ambientale e il global warming. Le ultime ricerche infatti ci dicono che a questi ritmi ci saranno più cambiamenti nei prossimi  50 anni che negli ultimi 6.000. Basti pensare che per ogni più 1°C segnato dalla temperatura media globale “potrebbero esserci un miliardo di persone costrette a spostarsi, oppure a vivere sotto la costante minaccia di un “calore insopportabile”. Il rischio più grande, se dovesse realizzarsi lo scenario più catastrofico, è quello di costringere un terzo della popolazione mondiale a vivere in aree calde come il deserto del Sahara entro i prossimi 50 anni.”(Fonte: “Future of the human climate niche”, pubblicato il 5 maggio sulla rivista Pnas (Proceedings of the national academy of sciences of the United states of America)); in Italia si è già sforata la soglia dei 2°C (siamo intono a 2,2°C) e, senza misure di contenimento, rischiamo di vedere parte del nostro territorio desertificato (Fonte ASviS).

Come si cura?
Possiamo ancora fare molto per fermare l’avanzamento di questo virus e le possibili cure sono molteplici e alla portata di tutti noi!
Prima di tutto occorre che le organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore imparino a lavorare insieme guardando al proprio territorio con una visione prospettica, di lungo periodosostenibile e improntata alla creazione di valore, così che si possa veramente progredire verso una reale coesione sociale, a cui si può giungere solo se si darà anche maggiore importanza alle relazioni sociali e quindi al rapporto con le persone, a tutti i livelli.
Una questione di primaria importanza per bloccare l’incancrenirsi della malattia è riconoscere gli strumenti di finanza speculativa che mercanteggiano sulle persone e sul loro lavoro e di conseguenza orientare gli investimenti sull’economia reale, valorizzando i territori e le loro comunità, i suoi patrimoni tangibili e intangibili, dando impulso a progetti partecipati tra imprese, università, pubbliche amministrazioni ed associazioni, privilegiando la creazione di nuova imprenditoria volta a produrre prodotti e servizi per il benessere e la prosperità delle comunità e dei territori.

Capitalismo inclusivo
Capitalismo sì,dunque, ma non secondo il modello attuale basato sulla cultura dello scarto, ma secondo un modello nuovo, integrale, inclusivo, che coniughi la bontà dell’aspirazione dell’uomo a creare, intraprendere e realizzare, con una visione più giusta, solidale e reale, capace di innovare economicamente e socialmente producendo valore condiviso e nel rispetto dell’ambiente: un’economia più umana come direbbe Adriano Olivetti.

Le nostre scelte
Per fare questo è importantissimo che si diffonda una cultura di attenzione alle cause-effetto e alla misurazione degli impatti, sia nella Pubblica Amministrazione che delle organizzazioni profit e non-profit, per aumentare la consapevolezza di tutti rispetto a ciò che le nostre scelte quotidiane provocano sia a livello locale che globale e affiancare a questi strumenti di misurazione, piani strategici di sviluppo allineati agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile, rispetto ai quali rendere partecipi anche i cittadini, in modo che si crei una comunità operante verso quegli obiettivi.
Solo in questo modo e grazie ad un welfare solidale e sostenibile e promuovendo l’accesso e l’utilizzo di finanza etica e responsabile, si potrà affrontare il problema delle diseguaglianze e si potrà rendere la nostra casa comune un luogo buono e prospero per tutti dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

Come sta andando questa pandemia dunque? Che causa morti in quantità 100 volte maggiori del Covid-19, tra povertà e fame, gravi e diffuse malattie causate dall’inquinamento, criminalità e guerre?

Seguiteci per rimanere aggiornati sull’avanzamento del virus e della sua cura.

SARA CIRONE GROUP SRL SOCIETÀ BENEFIT

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