«Quando al centro del sistema non c’è più l’uomo ma il denaro, uomini e donne non sono più persone, ma strumenti di una logica “dello scarto” che genera profondi squilibri». Queste parole di papa Francesco descrivono ciò che si viene a creare quando tra economia ed etica si determina una separazione. Un distacco che sviluppa problemi molto gravi per tutta la società, la famiglia umana e l’ambiente.
La giustizia di un nuovo paradigma economico
Vecchie e nuove povertà avanzano, le diseguaglianze diventano sempre più marcate come conseguenza di una crisi etica, sociale e antropologica globale. Diventa dunque di fondamentale importanza porre al centro del dibattito il tema della giustizia e quello che dovrebbe essere il nuovo paradigma economico. Proprio per questo il quarto incontro del roadshow “Per il Bene Comune” promosso da Sara Cirone Group società Benefit in partnership con diverse associazioni, in collaborazione con FISC Federazione Settimanali Cattolici e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile sarà dedicato a questi temi. L’evento, che sarà plastic free, si terrà presso il Seminario Arcivescovile di FORLI’ il 16 gennaio 2020 e avrà come titolo “Mercato equo. La giustizia nel nuovo paradigma economico”
Dopo i saluti introduttivi di S.E. Mons. Livio Corazza, vescovo di Forlì-Bertinoro e del sindaco Gian Luca Zattini, sindaco di Forlì, interverranno sul tema Massimiliano Marzo, Professore di Economia Politica – Dipartimento Scienze Aziendali dell’Università di Bologna; Francesco Santioli, direttore sviluppo di Rondine Cittadella della Pace; Lorenzo Ciapetti, direttore di Antares.
Il mercato equo modello dell’ecologia integrale
Il mercato equo è quello che persegue il bene di tutti, che non vede l’uomo come mero agente economico e l’impresa come entità volta alla produzione di beni e di servizi con lo scopo di massimizzare i profitti, ma che sostiene la visione di quella ecologia integrale, portatrice di una vera Sostenibilità sotto molteplici aspetti, che il pontefice indica come la strada da seguire per il futuro dell’umanità e che, affinché possa trovare il suo pieno sviluppo e creare un impatto positivo sull’ambiente e la società, trova i suoi alleati nelle organizzazioni e nei consumatori.
Non vi sarà pace senza un più giusto sistema economico
Come ha scritto proprio in questi giorni papa Francesco nel Messaggio per la Giornata della Pace 2020, «la frattura tra i membri di una società, l’aumento delle disuguaglianze sociali e il rifiuto di usare gli strumenti per uno sviluppo umano integrale mettono in pericolo il perseguimento del bene comune. Invece il lavoro paziente basato sulla forza della parola e della verità può risvegliare nelle persone la capacità di compassione e di solidarietà creativa. […] non vi sarà mai vera pace se non saremo capaci di costruire un più giusto sistema economico. Come scriveva Benedetto XVI, dieci anni fa, nella Lettera Enciclica Caritas in veritate: «La vittoria del sottosviluppo richiede di agire non solo sul miglioramento delle transazioni fondate sullo scambio, non solo sui trasferimenti delle strutture assistenziali di natura pubblica, ma soprattutto sulla progressiva apertura, in contesto mondiale, a forme di attività economica caratterizzate da quote di gratuità e comunione».
Serve una conversione ecologica
Scrive ancora papa Francesco: «Di fronte alle conseguenze della nostra ostilità verso gli altri, del mancato rispetto della casa comune e dello sfruttamento abusivo delle risorse naturali – viste come strumenti utili unicamente per il profitto di oggi, senza rispetto per le comunità locali, per il bene comune e per la natura – abbiamo bisogno di una conversione ecologica». Occorre dunque al più presto mettere in atto quelle soluzioni che possono condurci ad adottare modelli di vita e di consumo capaci di favorire la fioritura e la permanenza della vita nel futuro e di sviluppare il bene comune dell’intera famiglia umana. In questo senso, dunque, le scelte di organizzazioni e consumatori sono decisive per un nuovo sguardo sulla vita, che abbia come risultato la «gioiosa sobrietà della condivisione»e una conversione ecologica intesa in «maniera integrale, come una trasformazione delle relazioni che intratteniamo con gli altri esseri viventi, con il creato nella sua ricchissima varietà». A Forlì vedremo come è possibile porre le basi per dare risposte concrete sul territorio a questi temi così importanti per il futuro della nostra civiltà.